Con un avanzo di 2 milioni e 291 mila euro il consiglio provinciale ha approvato il rendiconto della gestione 2010. Calcolatrice alla mano il consuntivo 2010 ammonta a circa 93 milioni e 500 mila euro. Anche nel corso del 2010 è stato rispettato il patto di stabilità.
Il consuntivo ha messo in evidenza una gestione di bilancio mirata al contenimento dell’indebitamento della Provincia: infatti, nel corso dello scorso anno sono stati accesi mutui solamente per 627 mila euro, riducendo l’indebitamento sulle entrate correnti dal 6,08% del 2008 al 4,76% sul 2010. Questo è stato possibile grazie ad un’operazione di devoluzione di alcuni mutui a residuo per un valore di circa 2 milioni di euro che sono stati impiegati a favore delle strade e della manutenzione straordinaria delle scuole.
Per quanto riguarda l’avanzo non è stato ancora destinato, in attesa della verifica dell’andamento delle entrate a settembre per il 2011, soprattutto alla luce dei molti tagli necessari.
Comunque il bilancio di un ente pubblico non è come quello di una famiglia per cui poi si può decidere di fare quel che si vuole o si ritiene meglio. Nell’avanzo le somme che concorrono a formarlo sono per lo più vincolate: dei 2 milioni e 291 mila euro infatti 1 milione e 328 mila derivano da fondi vincolati a spese di investimento in conto capitale, quindi sostanzialmente quei soldi si potranno spendere per viabilità o patrimonio edilizio dell’ente, sulla base delle priorità identificate dal settore dei lavori pubblici. Altri 400 mila euro circa derivano sempre da fondi vincolati perché sono così per natura o perché derivano da entrate vincolate ad una determinata spesa, in particolare del settore formazione e dissesto idrogeologico. La parte restante, oltre 500 mila euro, è quella che è un po’ più discrezionale, sulla quale la Provincia può fare scelte destinandola o a riequilibrare il bilancio 2011, o a finanziare spese di funzionamento che non si ripetono oppure anche per investimenti.
Sul fronte della spesa corrente pari alla metà del bilancio dell’ente, l’amministrazione ha raggiunto l’obiettivo di riduzione sulle sue entrate correnti sia alla voce personale che sul versante degli interessi passivi, cioè quelli pagati per la contrazione dei prestiti. In particolare la spesa corrente è sensibilmente cresciuta per i trasferimenti dalla regione incrementati rispetto al 2009 di circa 2 milioni di euro, sia la spesa per prestazione di servizi, anch’essa ridotta rispetto agli anni precedenti e che ancora si attesta su circa 20 milioni di euro la maggior parte determinata dalle utenze e dal servizio di trasporto pubblico locale, pari quest’ultimo a circa 10 milioni di euro.
“L’amministrazione provinciale – ha dichiarato Sara Vatteroni, assessore alle finanze della Provincia di Massa-Carrara – da alcuni anni ha intrapreso misure efficaci di razionalizzazione della spesa, individuando le sue priorità nei settori definiti strategici dal codice delle autonomie. Ha introdotto una serie di misure atte al contenimento della spesa sia sul fronte assicurativo sia nella valorizzane del patrimonio immobiliare attraverso la sua ricognizione e stima e il contenimento dell’indebitamento. Inoltre grazie alla collaborazione con il settore lavori pubblici è stato possibile, nonostante la diminuzione delle entrate, recuperare importanti risorse per le strade e la manutenzione delle scuole. Il 2010 si chiude quindi positivamente e ci apre alla sfida che avremo nei prossimi anni sul fronte del federalismo fiscale che può rappresentare un opportunità a condizione di rivedere le politiche delle entrate e una sempre maggiore qualificazione della spesa introducendo sempre più meccanismi di lettura trasparente del bilancio. Ulteriore elemento di soddisfazione il rispetto del patto di stabilità anche perché è finita l’epoca in cui si può determinare la crescita con l’incremento del deficit pubblico ma in questo caso mi preme sottolineare che mentre il sistema delle province ha contribuito con un calo dell’11,3% delle spese pari a 13 miliardi di euro lo Stato ha accresciuto la spesa dei ministeri del 3%, quindi ben venga il sistema dei costi standard e il controllo delle spese per le autonomie locali ma lo stesso criterio deve valere anche per i ministeri, mentre è notizia dei giorni nostri che mentre il governo mette l’accise per il finanziamento del FUS, il fondo per lo spettacolo, dall’altro il Ministero dei Beni culturali ha speso solo il 45% del suo budget dimostrando una grave incapacità di spesa”.