Dal 2007 in tutto il mondo il 2 aprile è conosciuto come il “Blue day”, da quando l’Onu ha stabilito che quella fosse la “Giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo”: e il blu è la luce con la quale in ogni angolo della terra vengono illuminati palazzi, monumenti, e lo sarà anche nel 2018, anche nella nostra Provincia, con 11 luoghi illuminati. Ma il blue day quest’anno si dilata e si allarga con una serie di iniziative promosse ed organizzate dalla Associazione autismo apuania in collaborazione con l’amministrazione provinciale di Massa-Carrara per sensibilizzare alle tematiche dell’autismo.
Lo sport è sempre più un elemento determinante nel progetto di vita che riguarda le persone interessate da uno spettro autistico: di disabilità e sport si parla il 5 aprile, a partire dalle 9, a Massa, nel parco della Comasca, ma un ampio spazio è dedicato soprattutto alle esperienze in campo.
Il 6 aprile gli allievi del liceo Pascoli di Massa dedicheranno un’intera giornata, con la loro assemblea mensile, all’incontro con l’associazione, anzi, come hanno detto Lorenzo e Camilla, due di loro intervenuti alla conferenza stampa di presentazione, sarà l’associazione a condurre l’assemblea “per permetterci di capire meglio e approfondire le problematiche” di questa forma di disabilità con al quale sono chiamati a convicere.
La scuola è l’altro elemento importante ed è l’ambiente che più di ogni altro necessariamente è chiamato a svolgere un ruolo inclusivo nei confronti dei bambini e dei ragazzi autistici: proprio al tema dell’inclusione è dedicato il convegno in programma il 7 aprile, dalle ore 9, nella sala della resistenza del palazzo Ducale di Massa. Sempre il 7 aprile, dalle 10 , al Centro Commerciale mare Monti ci sarà uno stand della associazione, per informare, organizzare giochi con i ragazzi e gli operatori del progetto Autismo fuori.
“Tutto è nato quasi per caso – ha detto il presidente della provincia di Massa-Carrara, Gianni Lorenzetti, presentando l’iniziativa – nel corso di un incontro con il presidente dell’associazione, Roberto Marrai, parlando di problematiche legate alla scuola. Spesso la questione della disabilità all’interno della scuola è vissuta come un problema da affrontare: occorre invece capire sempre più che va vissuta come una opportunità di arricchimento fondamentale per creare condizioni culturali diverse. Con questa iniziativa vogliamo gettare un seme, con ambizione, perché è solamente partendo da una operazione di sensibilizzazione che può poi arrivare ad un sistema nel mondo della scuola in grado di garantire programmazione”.
“Sulle tematiche dell’autismo – ha detto Roberto Marrai, presidente della associazione – il legislatore è stato molto intelligente, con una legge ottima, 17 anni fa. Il problema è stato ed è quello di riempire di contenuti quei diritti. Ed è quello a cui miriamo anche con le azioni di sensibilizzazione come questa.
L’autismo – ha precisato Marrai – è un disordine del neuro sviluppo caratterizzato da anomalie nel comportamento sociale, nell’uso dello sguardo e dei gesti, dall’incapacità di sviluppare relazioni con i coetanei, nel comportamento comunicativo, e d interessi ristretti e stereotipati. Il disturbo insorge nei primi tre anni e riguarda tuta la vita. Un bambino ogni 80-100 nati presenta una o più manifestazioni dello spettro autistico. Almeno 400 mila famiglie in Italia hanno una persona affetta da autismo e i più colpiti sono i maschi”.
Nella nostra Provincia le persone affette da autismo sono circa 200: la neuropsichiatria infantile della Asl segue 100 persone di età compresa trai 18 mesi e i 18 anni. Attualmente presso i centri sono seguiti 55 bambini tra i 18 mesi e i 12 anni di età con percorsi riabilitativi.
“La presa in carico precoce – ha concluso Marrai – produce effetti talmente positivi che a volte i bambini possono uscire dai percorsi riabilitativi intensi e reinserirsi nei contesti sociali tipici. Il problema si presenta dopo i 18 anni: è successo e continua a succedere che passati i 18 anni i servizi di psichiatria adulti prendano in carico queste persone assegnando loro etichette come psicosi, schizofrenia, disturbi di personalità, ritardo mentale, offrendo interventi completamente inadatti. Nella nostra Asl ci si sta impegnando per realizzare il passaggio di responsabilità tra equipe neuropsichiatrica e psichiatrica. Diventa determinante dare attuazione a quello che è il progetto di vita individuale di ogni soggetto. Queste persone hanno bisogno di un contesto sociale protetto dove vivere e poter sviluppare al massimo le proprie potenzialità. Qui entrano in gioco le reti dei servizi sociali dei comuni e la scuola ai quali le leggi hanno dato strumenti e competenze per intervenire efficacemente in aiuto agli autistici, alle loro famiglie e all’ambiente in cui vivono”.