“La Provincia è morta in due anni, senza bisogno di riforme costituzionali, per asfissia”: lapidario il giudizio di apertura del presidente della Provincia di Massa-Carrara all’assemblea dei sindaci convocata per fare il punto alla luce della legge Delrio, della legge di stabilità e della recente legge regionale sul passaggio delle funzioni provinciali a Regione e Comuni.
“Sulla questione personale ha detto Buffoni, non dovremmo avere grossi problemi: se la regione prende tutti i 137 dipendenti attualmente impegnati sulle funzioni, cosa di cui dubito fortemente perché penso che la Regione non abbia le risorse necessarie, più una quota relativa alle funzioni trasversali, considerati quelli che hanno i requisiti per la pensione con il regime prefornero, quelli che potranno godere della mobilità verso altri enti, dovremmo riuscire a chiudere la partita di questo 2015. Ma avremo un grossissimo problema nel 2016 per il nucleo di personale che resterà in provincia, da un lato per una possibile spaventosa carenza di tecnici rispetto alle funzioni fondamentali, dall’altro perché non riusciremo a mantenere né il centinaio o poco più di dipendenti che resteranno in carico le funzioni fondamentali, né i servizi, per il fortissimo sbilancio che si determinerà sul 2016 e ancor di più sul 2017”.
Ma vediamo queste cifre: nel 2014 la Provincia ha subito un prelievo forzoso di denaro da parte dello stato determinato da più leggi, ultima la legge di stabilità del Governo Renzi, per circa 2 milioni e 400 mila euro; nel 2015 questa cifra passa a 7 milioni 573 euro, nel 2016 11 milioni 873 mila euro per arrivare nel 2017 a 16 milioni 173 mila, una cifra che annullerà quelle che saranno le entrate possibili in quell’anno (circa 17 milioni e mezzo).
Tenendo conto delle spese che non possono essere compresse, ridotte quindi all’osso senza più garantire nessun servizio, nel 2016, sfruttando la possibilità di pagare solo gli interessi sui mutui e non la quota capitale, la Provincia avrà un disavanzo, quindi una cifra negativa, compreso tra un minimo di 4 milioni 200 mila euro e un massimo di 8 milioni. Nel 2017 tornando le quote di capitale sui mutui, questa cifra schizzerà a 11 milioni 700 mila euro: questo si traduce quindi nella totale insostenibilità del bilancio, della possibilità di offrire servizi, e tanto meno di pagare gli stipendi. La morte come ha dichiarato il presidente Buffoni.
Sulla questione del personale e della possibilità che una parte di esso possa essere ricollocato tra i comuni anche sfruttando al 100% il turn over, come permesso dalla legge di stabilità, riservando i posti al personale in uscita dalla Provincia.
L’assemblea ha chiuso i lavori votando, con la sola astensione del sindaco di Zeri, Pedrini, il documento presentato dalle rappresentanze sindacali dei lavoratori con il quale gli stessi chiedono che ogni comune rappresentato in assemblea ridefinisca il proprio piano triennale dei fabbisogni del personale, con riserva del 100% dei posti vacanti in organico alla mobilità dei dipendenti in esubero o in transito per funzioni associate.
Nel documento si chiede anche l’impegno dei sindaci a farsi carico in ogni sede di sostenere il valore delle professionalità dei lavoratori della Provincia e dei servizi resi sul territorio.