“La cosa più semplice per me sarebbe quella di non decidere, ma non solo su questa questione, anche sulle altre che riguardano il piano dell’offerta formativa e del dimensionamento scolastico. Lasciare le cose così, che facciano il loro corso perché qualunque decisione avrebbe di fronte un qualche scontento. Ma se facciamo così significa che rinunciamo ad essere parte del cambiamento e a governarlo, anzi ci facciamo governare gioco forza dal cambiamento”: lo ha detto il presidente della provincia di Massa-Carrara, Gianni Lorenzetti, nel corso dell’incontro con i rappresentanti degli studenti, dei genitori, dei docenti del Liceo scientifico Marconi di Carrara, unitamente alla dirigente dei due istituti, Marta Castagna, e al sindaco di Carrara, Francesco De Pasquale.
La questione riguarda la proposta, che andrà in settimana all’attenzione del consiglio provinciale, di accorpare il liceo scientifico Marconi di Carrara all’Istituto Tecnico Zaccagna Galilei, con già un’unica dirigenza scolastica, per il Marconi in reggenza, e già con la condivisione con il Galilei di un unico edificio. Una proposta che nasce in primo luogo dal sottodimensionamento del Liceo rispetto ai parametri indicati dalla Regione Toscana per l’autonomia (600 alunni): dai 543 iscritti del 2017/2018 infatti il liceo è passato a 507 nel 2018/19, con un calo che sembra cronicizzarsi.
Tutto ruota attorno alle linee di indirizzo emanate dalla Regione Toscana che prevedono che tutti gli istituti scolastici a partire dal 2019/2020 “raggiungano obbligatoriamente un numero di alunni utile all’assegnazione di un dirigente e un DSGA titolari esclusivi” e che “fanno obbligo agli enti competenti di procedere al dimensionamento”.
“Stiamo portando avanti – ha precisato Lorenzetti – un metodo nuovo che ci permetta di governare un cambiamento che ci deriva in primo luogo dal calo demografico e che ci consenta di arrivare ad un modello organizzativo da portare avanti assieme al mondo della scuola, dai contenitori alla didattica”.
Da una parte c’è ovviamente chi teme che dall’accorpamento possano derivare solo negatività, oltre alla perdita di prestigio e di una storia, e dall’altra chi non ritiene che sia così, ma che anzi si possano avere delle positività soprattutto dal punto di vista dell’organizzazione. La dirigente Castagna tra le altre cose ha posto in evidenza che un accorpamento e quindi un’unica dotazione organica consentirebbe una gestione più razionale e ottimale, come ad esempio per quanto riguarda i laboratori.
“Il problema di fondo di questa scuola – ha precisato il presidente– è il contenitore, l’edificio, dopo l’obbligato abbandono della vecchia sede: per dare possibilità future e strutture adeguate la strada più semplice che ci è sembrato di dover intraprendere è quella di andare ad un ampliamento dell’attuale sede, ad Avenza: abbiamo già i terreni, la destinazione urbanistica ed un progetto presentato sui fondi Bei per un totale di quasi 3 milioni. Nuovi laboratori, nuove aule e una nuova palestra. La graduatoria resta aperta per tre anni, per cui se otterremo i finanziamenti potremmo dire che in circa 6 anni riusciremo a dare risposte alle necessità. Non è facile perché solo in Toscana sono stati presentati circa 500 progetti per un totale di 1 miliardo e 100 milioni di euro, una cifra immane che comunque serve a far capire le reali dimensioni del problema edilizia scolastica. Su questo dovremmo impegnarci tutti per chiedere che quelle risorse arrivino”.
“Chi governa un’istituzione ha comunque il dovere di prendere una decisione – ha concluso Lorenzetti. Io ho ascoltato tutti e mi prendo la responsabilità di decidere di portare in consiglio un assetto che non riguarda solo la questione del Marconi. Poi sarà il consiglio provinciale, che è sovrano, a decidere definitivamente e a quella decisione ci atterremo tutti”.