La campionessa olimpica Sara Simeoni al Palazzo Ducale di Massa

Per chi seguiva lo sport a cavallo fra gli anni 70 e 80 lei è quella che con una fin troppo facile retorica si definirebbe un’icona. Sara Simeoni saltava oltre i due metri, la seconda donna  al mondo a farlo, due argenti, alternati da un oro, in tre olimpiadi (sesta nella quarta, la prima disputata) sono solo il vertice di un lunghissimo palmares.

È stata lei l’ospite d’eccezione al Palazzo Ducale di Massa, nella Sala della Resistenza, dove si è svolto mercoledì 17 maggio 2017 un seminario di studio su educazione fisica e sportiva nella scuola.

Accompagnata dal marito e allenatore, Erminio Azzaro, anche lui altista fermato da un infortunio, votato all’ortodossia dello stile ventrale, a differenza della Simeoni, che adottò da subito il fosbury, è stata ricevuta prima della manifestazione dal presidente della provincia, Gianni Lorenzetti, e dal prefetto Enrico Ricci.

“Ma come ha fatto a saltare 2,01” è stata la domanda d’apertura che è servita per ripercorrere quegli anni sul filo del ricordo.

“Tanta fatica, la coincidenza del tempo. Fossi arrivata dieci anni dopo forse non avrei colto quei risultati, però ho fatto una cosa che mi piaceva e che facevo perché mi divertivo”.

Poi uno scambio di idee sul valore dello sport nella formazione dei giovani, sulle risorse che sarebbero necessarie, soprattutto sull’impiantistica e sul doping “con una campionessa, ha commentato Lorenzetti, che è stata prima di tutto l’immagine di uno sport pulito su questo versante”.

“Succede, ha concluso la Simeoni, soprattutto perché si è sostituito il risultato, non nel senso dell’ordine di arrivo, ma di record, a quello che dovrebbe essere prioritario, agonismo tra atleti. I meeting ad esempio valevano e venivano ricordati solo se c’era stato un record, non per la sfida tra campioni”

Pubblicato: 17 maggio 2017
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