Per attuare le migliori pratiche di protezione civile rispetto al rischio terremoto occorre innanzitutto conoscere la realtà del proprio territorio, o meglio la sismicità.
La zona in cui abiti, quella in cui lavori, quella in cui passi la maggior parte della tua giornata in che zona rientra.
La sismicità indica la frequenza e la forza con cui si manifestano i terremoti, ed è una caratteristica fisica del territorio. Se conosciamo la frequenza e l’energia associate ai terremoti che caratterizzano un territorio, e attribuiamo un valore di probabilità al verificarsi di un evento sismico di una data magnitudo in un certo intervallo di tempo, possiamo definirne la pericolosità sismica. La pericolosità sismica sarà tanto più elevata quanto più probabile sarà il verificarsi di un terremoto di elevata magnitudo, a parità di intervallo di tempo considerato.
Il rischio sismico, determinato dalla combinazione della pericolosità, della vulnerabilità e dell’esposizione, è la misura dei danni attesi in un dato intervallo di tempo, in base al tipo di sismicità, di resistenza delle costruzioni e di antropizzazione (natura, qualità e quantità dei beni esposti).
La cartina che pubblichiamo in fondo alla pagina (formato pdf) riguarda innanzitutto le zone sismiche, L’Italia, da questo punto di vista è suddivisa in quattro zone. Nel territorio della Regione Toscana sono presenti tre zone, dalla 2 alla 4 , e nella Provincia di Massa Carrara 2 (zona 2 e zona 3).
Può accadere, proprio per il diverso valore delle tre variabili che territori appartenenti a diverse zone sismiche abbiano, invece, lo stesso livello di rischio, per cui diventa importante anche tenere presente questa seconda mappa.
E’ possibile verificare e saperne di più a questo link