Metropoli contemporanee dove grandi e immobili architetture danno vita ad atmosfere che esulano dal reale. Paesaggi urbani che fanno da sfondo a scene di vita quotidiana in cui l’elemento umano sembra essere avvolto da uno spazio temporale sospeso in un eterno presente. Sono questi gli elementi fondamentali delle opere di Aldo Damioli (Milano, 1952), esposte nella mostra “Il Tempo Sospeso” visitabile da sabato 15 aprile – inaugurazione alle ore 18 alla presenza dell’autore – fino al 20 maggio 2023 nel Salone degli Svizzeri del Palazzo Ducale di Massa, Piazza Aranci 35.
L’evento espositivo è organizzato dall’Associazione Quattro Coronati con il Patrocinio della Provincia di Massa – Carrara. Damioli è uno dei maggiori esponenti di una pittura concettuale che affonda le radici nella metafisica: le 38 opere in mostra, realizzate in acrilico su tela, dai 40×50 cm fino ai due metri, sono opere sospese tra l’irreale realtà. Il sapiente uso della prospettiva, la particolare lavorazione del colore e la resa atmosferica dei suoi dipinti, gli hanno permesso di poter essere annoverato come il nuovo grande vedutista contemporaneo. Basta osservare le rappresentazioni di New York dipinta come se fosse Venezia e trasformata in una sorta di non-luogo e di non-tempo tanto irreale da sembrare concreta.
“Ciò che interessa Damioli – spiegano gli organizzatori – è rendere le sue vedute quanto più possibile simili alla realtà virando l’immagine ad una immagine surreale dove si assiste alla visione di città immobili nel tempo in contrapposizione con il movimento sospeso. Appare evidente una scrupolosa attenzione per i dettagli, palese sia nella resa delle strutture architettoniche sia nel modo di ritrarre il cielo e l’acqua attraverso contrasti chiaroscurali ed effetti di luci e ombre, sono propri dell’abilità pittorica di Aldo Damioli. Come un sapiente direttore della fotografia – proseguono – l’artista imposta un paradigma linguistico che allude alla scansione grammatica del cinema, dove le singole “inquadrature” urbanistiche si estendono anche al “fuori campo”. La rappresentazione degli edifici ai lati del corso d’acqua è propedeutica alla creazione di una profondità così vera che sembra voler proseguire oltre la tela, verso un nuovo paesaggio che ci viene suggerito ma non svelato, ogni spettatore lo può far suo in una personale visione che va oltre il reale”.
Damioli ripone poi molta attenzione sull’uso della luce con la quale illumina gli edifici quasi a volerne volontariamente sottolinearne la solennità, l’imponenza dell’opera dell’uomo nonostante questi vi appaia quasi marginalmente. Immagini che ci ricordano, “Un mondo senza di noi”, il libro di Alan Weisman, che descriveva in maniera scientifica, gli esiti della scomparsa degli umani sulla dimensione urbanistica e paesaggistica. L’artista quindi rielabora uno dei più antichi generi pittorici, il paesaggio, le vedute, la cui sintassi è stata scritta da illustri artisti nel corso del Rinascimento e del successivo naturalismo, e lo riporta ad un complesso e articolato sistema di simboli.
La mostra, ad ingresso libero, è aperta dal martedì al sabato dalle ore 16.30 alle 19 nel Salone degli Svizzeri del Palazzo Ducale di Massa, Piazza Aranci 35 (MS). Per informazioni: tel. 371 6257954, email: a.q.coronati@gmail.com
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